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Sarà l'anno dell' Incomputer?



Bisogna avere .....l'Incomputer

2025: io l'ho iniziato così.


Con l'Incomputer.


Non ho scritto male.


"L'Incomputer" è il titolo di un libro scritto nel 1974, cinquantun anni fa, da Enzo Jannacci e Beppe Viola.


Sembra scritto ieri, tanto è attuale.


E' il mio antidoto personale contro gli eccessi di tecnicismi e virtualità che si prospettano all'orizzonte. Lo considero una cura omeopatica alla visione specialistica delle vita, un ricostituente della visione laterale delle cose, una palestra di ironia ed immaginazione, un esercizio di stile, quello che piace a me.


Nel 2025 si parlerà molto, (troppo) di tecnologia.


Si tenderà a dire che l'Intelligenza Artificiale cambierà le nostre vite e i luoghi di lavoro.


Non so se sarà così ma certamente, per quanto mi riguarda, guardando la mia agenda dei prossimo mesi e i convegni e i progetti che mi attendono posso dire che l'applicazione delle norme sull'Intelligenza Artificiale, sulla Cybersecurity e sulla protezione dei dati occuperà buona parte delle mie giornate.


La tecnologia mi piace, la rispetto ma non voglio farmi condizionare e diventarne dipendente. Così scelgo di iniziare l'anno così.


Con Enzo e Beppe, come fossero due amici che non ci sono più (ma che ci sono sempre). Me li immagino oggi, se dovessero dire la loro sull'IA.


Me li immagino e rido.


Tra me e me.


E già questo è un risultato.


me li immagino mentre prendono le distanze, a modo loro, da queste tecnologie che ci sono entrate dentro le nostre vita, senza neanche chiedere permesso.


Jannacci, medico e musicista, avrebbe detto: "Nella vita bisogna avere orecchio. E l'Intelligenza Artificiale non ce l'ha".


Beppe Viola, giornalista sportivo, dichiaratamente milanista, avrebbe aggiunto: "l'Intelligenza Artificiale funziona benissimo tranne quando deve spiegare che il Milan o l'Inter non sono squadre di calcio ma Stati d'Animo".


Cercherò di portare con me lo spirito dell'Incomputer in questo 2025 che si preannuncia molto, troppo tecnologico. La straordinaria capacità dell'Intelligenza Artificiale di imitare il ragionamento umano potenziandolo, porterà con sè l'inevitabile conseguenza di voler far fare alle macchine ciò che fino ad ora hanno fatto le persone.


Io la chiamo "la logica sostitutiva dell'IA".


Non c'è da preoccuparsi però.


Per usare l'IA e non esserne vittime basterà usare buone dosi di II: Immaginazione e Ironia. L'Incomputer, appunto. Buon anno!

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